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Tutti più o meno conoscono i danni causati da elettrodomestici e strumenti tecnologici e dalle onde elettriche; se ne è parlato fin dalla prima diffusione delle reti cellulari…
Eppure comprendere appieno quale sia la natura di questo problema e le sue possibili conseguenze sull’essere umano non è così scontato.
In primis perché si tratta di una questione estremamente tecnico-scientifica, ma anche perché troppo spesso nell’era dei social network ci si imbatte in fake news e articoli fuorvianti.
Quindi alla luce di quanto detto cosa è l’elettrosmog?
La storia di questo fenomeno è relativamente recente. La definizione nasce tra la prima metà degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, in concomitanza con la massiccia installazione di ripetitori per le comunicazioni e la telefonia mobile, con l’avvento di Internet, dei computer e del Wi-fi.
Da questo momento in poi nella popolazione nacquero dubbi sulla continua esposizione alle onde elettromagnetiche, questo ha spinto gli scienziati a indagare su quello che ora viene chiamato inquinamento elettromagnetico.
Secondo il MISE, ovvero il Ministero della Transazione Ecologica, per inquinamento elettromagnetico si intende un fenomeno legato ai campi elettrici magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ad esempio il campo elettrico generato da un fulmine propagati dagli impianti radio-TV e per la telefonia mobile, o da elettrodotti per il trasporto e la trasformazione dell’energia elettrica, da apparati per applicazioni biomedicali, da impianti per lavorazioni industriali, come da tutti quei dispositivi il cui funzionamento è subordinato a un’alimentazione di rete elettrica, come gli elettrodomestici.
Questi campi elettromagnetici si propagano sotto forma di onde elettromagnetiche, per le quali viene definito un parametro, detto frequenza, che indica il numero di oscillazioni che l’onda elettromagnetica compie in un secondo.
L’unità di misura della frequenza è l’Hertz (1 Hz equivale a una oscillazione al secondo). Sulla base della frequenza viene effettuata una distinzione tra:
1. inquinamento elettromagnetico generato da campi a bassa frequenza (0 Hz – 10 kHz), nel quale rientrano i campi generati dagli elettrodotti che emettono campi elettromagnetici a 50 Hz;
2. inquinamento elettromagnetico generato da campi ad alta frequenza (10 kHz – 300 GHz) nel quale rientrano i campi generati dagli impianti radio-TV e di telefonia mobile.
La distinzione è importante perché le caratteristiche dei campi variano al variare della frequenza ed hanno un impatto diverso sugli esseri viventi.
Secondo Lega contro il cancro infatti non ci sono prove scientifiche che collegano neoplasie o lesioni a campi a bassa frequenza; viene però raccomandato di spegnere i dispositivi elettrici dopo l’uso e di non lasciarli in standby.
Mentre per i campi ad alta frequenza con i dati raccolti fino ad oggi non è possibile escludere un rischio derivante dall’uso a lungo termine dei telefoni cellulari, la Lega quindi raccomanda sempre di utilizzare auricolari e dispositivi vivavoce quando si sta al telefono.
E tu sapevi di questi pericoli? Noi di Hotel Verdeborgo siamo sempre attenti alle notizie che riguardano la salute e la salvaguardia dell’ambiente, al risparmio energetico e alla frequenza dei nostri ripetitori per rendere il nostro Hotel più possibile ecologico e privo di rischi, creando un’oasi di benessere e relax.
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